Per uno standard ladino-fassano

1.

Il lavoro che qui presentiamo costituisce un passaggio importante - benché non ancora il punto d'arrivo - di un progetto che ha coinvolto diverse istituzioni e un considerevole numero di operatori impegnati nel campo della linguistica e della lessicografia ladina.

Del resto è raro ormai che opere lessicografiche di una certa consistenza vengano realizzate da una singola persona: per questo genere di imprese risulta oggi assai più proficuo il lavoro d'équipe, basato sull'apporto di competenze diversificate e sul concorso di più collaboratori. Fondamentale appare oggi, in tale prospettiva, il contributo di operatori informatici che mettendo a disposizione adeguate procedure di gestione delle risorse linguistiche consentono di dare maggior efficacia al lavoro lessicografico, facilitando l'accesso alle fonti e semplificando enormemente le operazioni di ordinamento e controllo.

La stessa realizzazione del DILF, Dizionario italiano - ladino fassano, non sarebbe stata possibile in tempi così brevi senza la banca dati precedentemente allestita nel contesto del progetto SPELL, Servisc de planificazione y elaborazion dl lingaz ladin, avviatosi nel 1994 per iniziativa dell'Istitut Cultural Ladin "majon di fascegn" e dell'Union Generela di Ladins dla Dolomites, successivamente sostenuto anche dall'Istitut Ladin "Micurà de Rü" e dall'Istitut Pedagogich Ladin. Grazie all'attività di SPELL l'operatore dispone oggi di una banca dati flessibile e di facile accesso, nella quale sono raccolte organicamente tutte le principali opere lessicografiche esistenti per ciascuna varietà ladina dolomitica: nel caso del fassano ci si riferisce in primo luogo ai noti lavori pionieristici di don Massimiliano Mazzel, di Giuseppe Dell'Antonio e di Hugo de Rossi, che costituiscono la base documentale per qualsiasi lavoro lessicografico per la Valle di Fassa.

L'esigenza di un dizionario ladino fassano con entrata dall'italiano, e per di più non limitato al lessico tradizionale, sorse in concomitanza con il varo di un programma permanente di alfabetizzazione degli adulti promosso a partire dal 1995 dall'ICL in collaborazione con il Comprensorio Ladino di Fassa C11. In questo contesto il primo nucleo di un glossario italiano - ladino fassano, comprendente circa 8000 entrate, venne realizzato nel 1996 da Nadia Chiocchetti, nell'ambito del progetto SPELL .

Successivamente, su precisa richiesta dell'IPRASE del Trentino, nei programmi di attività di SPELL venne inserita la realizzazione di un più completo strumento lessicografico che rispondesse alle esigenze dell'insegnamento del ladino nella scuola media di Fassa, allora in via di attuazione. Il progetto fu affidato ad Alessandra Dellantonio e Moritz Vögeli, i quali, avvalendosi anche della collaborazione di alcuni insegnanti messi a disposizione dall'IPRASE stesso, nel corso del 1997 svilupparono il glossario nella forma di un vero e proprio dizionario italiano-fassano-italiano, dotato di un più consistente numero di voci e notevolmente arricchito di corrispondenze, di esempi e di fraseologia.

La presente redazione è frutto dell'opera dello staff dell'Istitut Cultural Ladin, il quale - su mandato della Sourastanza di SPELL - nel gennaio 1998 costituì a tale scopo un gruppo di lavoro sotto la guida del prof. Guntram A. Plangg, formato da personale dell'Istituto e dagli insegnanti Maria Dantone Florian, Claudia Dorigotti, Lucia Gross, Vigilio Iori e Rita Lorenz. Definiti i criteri generali e le modalità di lavoro, l'équipe ha condotto su tutto il materiale preesistente un intenso e minuzioso lavoro di revisione e rielaborazione, durato dal febbraio 1998 fino all'ottobre 1999. Ciò ha consentito di ampliare ulteriormente il numero delle entrate, nonché di rettificare e migliorare le relative corrispondenze ladine, compreso l'apparato fraseologico, secondo gli orientamenti normativi oggi in uso nei settori più importanti della società (scuola, stampa, editoria). Tra voci, locuzioni ed esempi il DILF raccoglie allo stato attuale più di 46.000 corrispondenze, ordinate in 13.000 lemmi.

Se la banca dati del fassano ha rappresentato anche in questa fase lo strumento di consultazione più importante, altrettanta rilevanza ha assunto il controllo sistematico condotto sugli archivi lessicali informatizzati relativi agli altri idiomi ladini, e su quello relativo al "Ladin Dolomitan" in corso di elaborazione (SPELLbase), specialmente per la coniazione o la validazione di neologismi. Di notevolissima utilità si è dimostrato il pressoché concomitante lavoro di edizione del manoscritto Ladinisches Wörterbuch di Hugo de Rossi (1914), che grazie al determinante contributo della prof.ssa Ulrike Kindl ha consentito di precisare il valore semantico di numerose voci oggi sconosciute o desuete, ma non di rado assai funzionali per un ampliamento del lessico ladino in chiave moderna e intervalliva.

Per la definizione delle entrate italiane, in ordine tanto agli aspetti formali quanto alle valenze semantiche, si è fatto riferimento al Dizionario Italiano Sabatini Colletti, disponibile anche in versione elettronica (DISC), senza trascurare la consultazione del sempre prezioso Vocabolario della lingua italiana della Enciclopedia Treccani.

Le formulazioni proposte dallo staff dell'Istituto sono state sistematicamente sottoposte ad un gruppo di controllo formato da esperti di madrelingua, provenienti dalle diverse sezioni della valle, e discusse congiuntamente in riunioni tenutesi regolarmente con cadenza settimanale per l'intero periodo di elaborazione del materiale. Oltre al proprio bagaglio di competenze personali, ciascun membro dell'équipe ha portato in seno al gruppo i risultati di un più ampio feed-back condotto nella cerchia familiare o vicinale, sperimentando così in un certo qual modo anche l'accettabilità di proposte lessicali innovative.

Possiamo dire pertanto che la redazione finale non è dovuta esclusivamente a scelte personali, ma costituisce una sintesi equilibrata tra sensibilità differenti, rappresentate da parlanti di aree geografiche diverse e di diverso ambito generazionale.

2.

Pur avendo ancora i caratteri di una "proposta" largamente sperimentale, suscettibile di ulteriori miglioramenti e sviluppi, il DILF per sua stessa natura non è un dizionario descrittivo, bensì un dizionario normativo. Esso propone in altri termini un modello di lingua comune per l'intera Valle di Fassa.

La necessità di uno standard ladino fassano ha fatto il suo ingresso nella valle con l'introduzione delle norme riguardanti l'uso della lingua nell'amministrazione locale, in concomitanza con i progetti più ampi per la standardizzazione del ladino a livello dell'intera area dolomitica. L'Istituto venne invitato a lavorare in questa direzione in un incontro con i rappresentanti dei Comuni e delle associazioni ladine, avvenuto nella primavera del 1994, in seguito al quale fu insediata una commissione che operò fino all'ottobre dello stesso anno. Oltre ad alcuni aggiornamenti ortografici, non certo di secondaria importanza , che vennero applicati già nella riedizione del Dizionario ladino fassano (cazet) di don Massimiliano Mazzel [1995], la Commissione definì le linee guida per l'elaborazione di uno standard di valle, che furono già sperimentate con successo nella conduzione dei "Corsi di ladino per adulti", attivati a partire dal 1995 .

In sostanza si prospettava una lingua comune modellata sulla varietà cazet: e non poteva essere altrimenti, poiché l'idioma della Val de Sora è quello strutturalmente più vicino agli idiomi delle restanti vallate ladine, e pertanto più in sintonia con i caratteri del Ladin Dolomitan, la "lingua tetto" per tutti i ladini delle Dolomiti delineata proprio in quegli anni dal compianto prof. Heinrich Schmid .

Lo standard fassano è dunque basato sul cazet, ma non coincide in ogni sua parte con l'idioma effettivamente parlato (del resto con variazioni anche rilevanti) da Fontanac a Penia. Questo passaggio comporta l'abbandono di certi tratti specificamente localistici in favore di una struttura più aperta e regolare, tale da accogliere più agevolmente gli apporti lessicali provenienti dalle restanti varietà di valle e permettere un armonico sviluppo della terminologia moderna.

Ed è esattamente questo che si propone il DILF: delineare il quadro di sviluppo di una lingua comune per Fassa, d'uso prevalentemente scritto, rispondente ai bisogni della società moderna e orientata in direzione del Ladino Standard in corso di elaborazione. Ciò non comporta alcuna prevaricazione nei confronti delle varietà linguistiche effettivamente usate nelle diverse sezioni della valle: i fassani continueranno ovviamente ad usare la loro parlata materna, con il tipico accento locale, ma in aggiunta avranno a disposizione uno strumento linguistico più formale, da utilizzare nell'insegnamento, nelle scritture amministrative, negli atti ufficiali o di valenza sovralocale.

Del resto, anche nel nostro caso, la lessicografia normativa non esclude opere di carattere descrittivo, anzi si basa su di esse: i singoli idiomi locali continueranno ad essere studiati e documentati nelle loro rispettive particolarità, nella prospettiva di un grande vocabolario del ladino fassano cazet, brach e moenat (idea già presente in nuce nell'originario lavoro di M. Mazzel) cui l'Istituto sta già lavorando in modo sistematico.

Il DILF presenta dunque per Fassa un modello formale di lingua elaborata né più né meno come si propone di fare il Ladino Standard per l'intera area dolomitica. In altre parole le forme proposte non si riferiscono alla pronuncia di un determinato luogo, ma offrono in primo luogo una rappresentazione grafica codificata del vocabolo secondo le norme prescritte.

In tal senso i criteri normativi adottati per l'ortografia rispondono sostanzialmente al bisogno di unità e di semplificazione, ma anche alla necessità di trasparenza rispetto ai parlanti altre varietà di valle. Allo stesso modo le scelte morfologiche tendono a dare regolarità al sistema, superando oscillazioni o deviazioni proprie di realizzazioni locali, anche se talvolta risulta ancora inevitabile il mantenimento di soluzioni alternative.

Ma è essenzialmente il patrimonio lessicale che qui risulta notevolmente ampliato, ben oltre la consistenza delle voci tradizionali documentate per la varietà cazet. In primo luogo ciò è dovuto all'apporto di forme provenienti dal brach e dal moenat, introdotte nella misura in cui il loro adattamento fonetico-morfologico non comporta problemi particolari. Si tratta del resto di implementare un processo di omogeneizzazione interna che già è avvenuto spontaneamente (e continua ad avvenire) nella dinamica linguistica locale: si pensi ad esempio alla voce sçiantif 'genuino', in origine propria del moenese ma ormai usata in tutta la valle, o alla perfetta sovrapponibilità di termini come cz. ampieria e br. fraa per 'fragola'.

In secondo luogo il repertorio lessicale è stato integrato con un ampio spettro di voci moderne il cui uso è ormai documentabile, se non proprio consolidato, nella produzione linguistica di settori strategici come la stampa, la radio e televisione, la scuola: è il caso di scomenzadiva, event, formazion, e tantissimi altri termini di coniazione locale. In altri casi si tratta invece di voci importate direttamente dagli altri idiomi ladini, anche qui con la decisiva mediazione dei moderni mezzi di informazione: si pensi ad esempio a scolina 'asilo infantile', litèr 'eleggere' o stritarìa 'lite'. Tale settore è certamente destinato a ulteriori e rilevanti ampliamenti, e questo avverrà non appena sarà disponibile un adeguato corpus di testi (antichi e moderni) da sottoporre a spogli sistematici e controlli di frequenza mediante strumentazione informatica, cosa che costituisce oggetto di un apposito progetto avviato dall'Istituto d'intesa con ITC-IRST di Trento.

Pur con una certa prudenza sono state inserite anche proposte di nuove coniazioni terminologiche, tese a sopperire alle più rilevanti lacune del lessico ladino e ad evitare il ricorso (purtroppo sempre frequente) a forme del tutto estranee al sistema, per lo più provenienti senza alcuna assimilazione dall'italiano. In questo caso si è cercato il necessario supporto, oltre che in un quadro di riferimento pan-latino o internazionale, nei lavori lessicografici in corso per gli altri idiomi ladini, nonché per il Ladino Standard. Anche qui le proposte non possono che essere considerate provvisorie, in attesa di più estesi lavori terminologici condotti nell'ambito del progetto SPELL, in modo da sottrarre l'elaborazione dei singoli idiomi alle inevitabili tendenze centrifughe.

L'ampliamento del repertorio lessicale in chiave moderna ha condotto spesso a affiancare, per la stessa entrata, voci appartenenti al linguaggio colloquiale e forme più adeguate al linguaggio specialistico, esplicitando talvolta con apposite indicazioni l'intento di articolare i diversi registri di comunicazione (es.: "simpatico: gustégol; tecn. simpatich"). Questo tipo di lavoro è tuttora ad uno stadio embrionale, e costituirà oggetto di futuri approfondimenti.

3.

La presente edizione del DILF costituisce comunque una versione provvisoria, compilata "d'urgenza" per le necessità dell'insegnamento e della pubblica amministrazione. Per questo motivo essa contiene un apparato ridotto all'essenziale, così come essenziali sono le indicazioni grammaticali in appendice. La parte ladino-italiano non ha le pretese di un vero dizionario inverso (che richiede a sua volta un accurato lavoro di redazione, onde evitare prevedibili inconvenienti), ma si propone piuttosto come un indice che dalle voci ladine rinvia alle entrate italiane ove quelle compaiono.

Del resto molte funzioni di ricerca dal ladino sono assicurate dalla versione elettronica che accompagna l'edizione cartacea. Il DILF 1.0 (disponibile su su CD-ROM sia per PC che per Mac) rappresenta a sua volta un prototipo destinato alla sperimentazione nella prospettiva di fornire per la prima volta un moderno ed efficace strumento di lavoro a quanti si occupano professionalmente della lingua ladina, in particolare traduttori, scrittori, giornalisti, insegnanti.

Nessun dizionario rappresenta un'opera in sé compiuta. Ciò vale a maggior ragione per il DILF, che ha per oggetto una lingua minore in via di elaborazione, anzi una varietà locale di essa. Siamo ben consapevoli dei rischi che un'impresa così ardua comporta, e dei limiti operativi entro cui essa è costretta a muoversi. Ma, come si accennava all'inizio, si tratta di un primo passo. Una seconda edizione del Dizionario è già in programma per la fine dell'anno 2000: essa prevede una nuova e più sistematica strutturazione del materiale linguistico, la revisione e l'ampliamento delle voci, nonché lo sviluppo di nuove funzioni per la versione elettronica. Ma soprattutto sarà possibile in questa occasione rimediare agli errori ed alle lacune inevitabilmente contenute nella presente edizione.

Riteniamo tuttavia che, pur con tutti i suoi limiti, quest'opera possa costituire un valido strumento di promozione del ladino, utile sia per favorire l'attività didattica, sia per agevolare l'attuazione delle disposizioni di legge in materia di bilinguismo nelle amministrazioni locali.

Con queste premesse affidiamo l'opera al giudizio degli utenti, che ringraziamo fin d'ora per i suggerimenti, le correzioni o le proposte integrative che vorranno farci pervenire in vista del futuro lavoro.

Sèn Jan, Pieif de Fascia, otober 1999

Per n standard ladin-fascian

1.

L lurier che chiò vegn prejentà l'é de segur n vèrech emportant - ence se no l'ùltim - de n projet che à tout ite desvaliva istituzions e n numer relevant de operatores che laora tel ciamp de la linguistica e de la lessicografìa ladina.

Del rest aldidanché sozet da chièr che òperes lessicografiches de n cert peis vegne metudes a una da na persona soula: per chesta sort de scomenzadives anchecondì se desmostra trop più percacent l lurier de équipe, basà sul concors de competenzes desferenzièdes e de desvalives colaboradores. De emportanza fondamentèla, te na tèl prospetiva, deventa l contribut di operatores informatics, che col meter a la leta prozedures adatèdes per la gestion de la ressorses linguistiches ge dèsc l met al lurier lessicografich de aer maor fazion, fajan doentèr n muie più sorides tant la consultazion de la fontènes che la operazions de ordenament e control.

Ence meter ensema l DILF, Dizionèr talian - ladin fascian, no fossa stat possìbol te tempes coscita curc zenza la banca de dac enjignèda dantfora tel contest del projet SPELL, Servisc de planificazion y elaborazion dl lingaz ladin, endrezà via del 1994 da l'Istitut Cultural Ladin "majon di fascegn" e da l'Union Generela di Ladins dla Dolomites, dò sostegnù ence da l'Istitut Ladin "Micurà de Rü" e da l'Istitut Pedagogich Ladin. En grazia de l'atività de SPELL l'operator da anchecondì à sot man na banca de dac flessìbola e sorida da durèr, che tol ite organicamenter duta la òperes lessicografiches più emportantes per vigniun di idiomes ladins de la Dolomites: per chel che vèrda l fascian fajon referiment dant da dut ai cognosciui vocabolères pionieristics de don Massimiliano Mazzel, Giuseppe Dell'Antonio e Hugo de Rossi, che resta l fondament segur per vigni lurier lessicografich per la Val de Fascia.

L besegn de n dizionèr ladin fascian con entrèda dal talian, e estra apede no limità al lessich tradizionèl, é nasciù te chela che vegnìa envià via l program permanent de alfabetisazion di gregn metù a jir a partir dal 1995 da l'ICL en colaborazion col Comprenjorie Ladin de Fascia C11. Dachelanvìa l prum aboz de n glossèr talian - ladin fascian, con ite zirca 8000 entrèdes, vegnìa metù adum del 1996 da Nadia Chiocchetti, tel chèder del projet SPELL .

Te n secondo moment, su domanda de l'IPRASE del Trentin, ti programes de atività de SPELL vegnìa jontà ite ence la realisazion de n strument lessicografich più complet adatà ai besegnes de l'ensegnament del ladin te la scola mesèna de Fascia, che enlouta se era per meter a jir. L projet ge é stat dat sù a Alessandra Dellantonio e Moritz Vögeli, che fora per l 1997 - ence col didament de valgugn ensegnanc metui a la leta da l'IPRASE medemo - i à svilupà l glossèr te la forma de n ver dizionèr talian-fascian-talian, con laìte n numer de oujes maor e trop più rich de corespondenzes, de ejempies e de fraseologìa.

La redazion che chiò dajon fora l'é l frut del lurier del staff de l'Istitut Cultural Ladin, che - per encèria de la Sourastanza de SPELL - de jené del 1998 metea sù n grop de lurier aposta, con a cef l prof. Guntram A. Plangg, che apede a personal de l'Istitut tolea ite i ensegnanc Maria Dantone Florian, Claudia Dorigotti, Lucia Gross, Vigilio Iori e Rita Lorenz. N'outa metui jù i criteries de lurier, l'équipe à envià via sul materièl da dant n lurier de revijion e rielaborazion intensif e menù, che é jit inant da de firé del 1998 enscin a de otober del 1999. Chest à permetù de smaorèr amò revel l numer de la entrèdes, e amò apede de comedèr fora e miorèr la corespondenzes ladines, con l'aparat fraseologich laìte, aldò di orientamenc normatives en doura aldidanché ti setores più emportanc de la sozietà (scola, stampa, edizions). Te anter oujes, locuzions e ejempies, l DILF tol ite al moment passa 46.000 corespondenzes, binèdes adum sot 13.000 ciavezins.

Se la banca de dac del fascian é stata ence te chesta fasa l strument de consultazion più emportant, na emportanza amàncol tant grana à abù l control sistematich portà inant sui archivies lessicai informatisé di etres idiomes ladins, e su chel del "Ladin Dolomitan" en cors de elaborazion (SPELLbase), màscima per la coniazion e la validazion di neologismes. De gran ùtol se à desmostrà te chel medemo temp l lurier de edizion del manoscrit Ladinisches Wörterbuch de Hugo de Rossi (1914), che ence en grazia del contribut fondamentèl vegnù da pèrt de la prof.ra Ulrike Kindl à permetù de entener delvers l valor semantich de n gran numer de oujes anché nia più cognosciudes o fora de cors, ma no da chièr trop funzionèles per n smaorament del lessich ladin te na vijion moderna e soralocala.

Per la definizion de la entrèdes taliènes, tant per i aspec gramaticai che per la valenzes semantiches, l'é stat fat referiment al Dizionario Italiano Sabatini Colletti, a la leta ence te la verscion eletronica (DISC), zenza lascèr fora la consultazion del semper prezious Vocabolario della lingua italiana de la Enciclopedia Treccani.

La formulazions proponetes dal staff de l'Istitut é states scialdi portèdes dant a n grop de control fat de esperc de marelenga, de desferenc paìjes de la val, e descoretes fora debrièda te riunions che se à tegnù regolarmenter ogne setemèna fora per dut l temp de elaborazion del materièl. Apede a la cognoscenzes personèles de ogniun, i membres de l'équipe à portà tel grop i resultac de n feed-back slarià a la jent de cèsa o a la vejinanza, che à dat l met de sperimentèr a na certa vida ence l'azetanza de vèlch neva proposta lessicala.

Podon dir donca che la redazion finèla no vegn cà demò da valutazions personèles, ma l'é l resultat de na sintesa balanzèda anter desvaliva manieres de sentir, portèdes da locutores de pèrts desferentes de la val e de desvaliva generazions.

2.

Ence se chest lurier l'é amò na "proposta" en gran pèrt sperimentèla, che pel esser amò miorèda e svilupèda, l DILF per sia natura medema no l'é n dizionèr descritif, ma n dizionèr normatif. Chest vel portèr dant, te autra paroles, n model de lengaz comun per duta la Val de Fascia.

L besegn de n standard ladin é ruà ite te Fascia co l'introduzion de la normatives che perveit l'us del lengaz ladin te l'aministrazion pùblica locala, te chela che peèa via i projec per la standardisazion del ladin a livel de dut l raion dolomitan. L'Istitut vegnìa envià a lurèr de chest vers te na scontrèda coi raprejentanc di Comuns e de la sociazions ladines te l'aisciuda del 1994: defat sobito dò l'é stat metù sù na comiscion che à lurà fin de otober del medemo an. Apede a vèlch agiornament ortografich, segur no de mendra emportanza , jà tout sù te la neva edizion del Dizionario ladino fassano (cazet) de don Massimiliano Mazzel [1995], la Comiscion aea dat fora i orientamenc fondamentèi per l'elaborazion de n standard de val, che vegnìa jà sperimenté con suzess ti "Corsc de ladin per gregn", envié via a scomenzèr dal 1995 .

En sostanza se proponea n lengaz comun modelà su la varianta cazet: e no podea esser autramenter, ajache l'idiom de la Val de Sora l'é chel struturalmenter più vejin ai idiomes de l'autra valèdes ladines, e donca più en sintonìa con i carateres del Ladin Dolomitan, l "lengaz-tet" per duc i ladins de la Dolomites che giusta te chi egn vegnìa lurà fora dal prof. Heinrich Schmid .

L standard fascian é donca basà sul cazet, ma no l'é valif en dut e per dut a l'idiom che vegn rejonà (del rest con desferenzes ence de n cert relief) anter Fontanac e Penìa. Chest passaje perveit l'arbandon de vèlch trat local a pro de na strutura più averta e regolèra, che posse tor sù più sorì i contribuc lessicai che vegn da l'autra variantes de val e che permete n svilup armonich de la terminologìa moderna.

E l'é avisa chest che l DILF se met dant: defenir l chèder de svilup de n lengaz comun per Fascia, da durèr mascimamenter per l scrit, che respone ai besegnes de la sozietà d'aldidanché e che sie orientà envers l Ladin Standard en cors de elaborazion. Chest tant no comporta neguna prevaricazion ti confronc de la variantes linguistiches durèdes da la jent te la desvaliva sezions de la val: i fascegn jirà inant se sà ben a durèr sia rejonèda de cèsa, con so azent local, ma estra apede i arà a la leta n strument linguistich de livel più aut, da durèr te l'ensegnament, ti scric aministratives, ti ac ufizièi o de valuta sora locala.

Del rest, ence te nosc contest, la lessicografìa normativa no refuda òperes de carater descritif, alincontra la troa si fondamenc te chestes: ogne idiom local seghitarà a vegnir studià e documentà te sia respetiva particolaritèdes, te la prospetiva de n gran vocabolèr del ladin fascian cazet, brach e moenat (idea che se troa jà in nuce tel prum lurier de M. Mazzel) che l'Istitut porta inant sistematicamenter da n bon trat.

Donca l DILF porta dant per Fascia n model formèl de lengaz elaborà, apontin descheche l Ladin Standard vel fèr per dut la raion dolomitan. Dit autramenter, la formes che vegn proponetes no fèsc referiment a la pronunzia de n post determinà, ma les sporc dant da dut na raprejentazion grafica codifichèda del vocàbol aldò de la normes scrites dant.

De chest vers i criteries normatives touc sù per l'ortografìa respon al besegn de unità e de semplificazion, ma ence al besegn de trasparenza a respet de chi che rejona autra variantes de val. A la valiva moda la dezijions toutes per la morfologìa chier de ge dèr regolarità al sistem e de passèr sorafora centenamenc o deviazions di idiomes locai, ence se vèlch outa somea amò benfat mantegnir soluzions alternatives.

Ma l'é soraldut l patrimonie lessical che chiò vegn smaorà debel, trop sorafora l numer de la oujes tradizionèles documentèdes per la varianta cazet. Dant da dut chest vegn fat co l'arjonjer formes del brach e del moenat, che vegn metudes ite olache l'adatament fonetich-morfologich no comporta problemes particolères. Se trata del rest de didèr dò a n prozess de mescedament intern che é jà peà via de spontan (e che seghita a jir inant) te la dinamica linguistica de noscia val: pisson per ejempie a la ousc sÇiantif 'genuino', timpruma cognusciuda demò tel moenat ma ades durèda te duta la val, o a paroles che pel neto se sormontèr desche cz. ampieria e br. fraa per 'fragola'.

Per secondo l repertorie lessical é stat integrà con n gran numer de oujes modernes che oramai l'é sorì documentèr (magari con centenamenc) te la produzion linguistica de setores strategics desche la stampa, la radio e la televijion, la scola: tolon cà per ejempie scomenzadiva, event, formazion, e n gran muie de etres vocàboi de coniazion locala. Te etres caji enveze se trata de paroles che vegn cà bel dret dai idiomes de l'autra valèdes ladines, ence chiò co la mediazion fondamentèla di mec de informazion modergn: pisson per ejempie a scolina 'asilo infantile', litèr 'eleggere' o stritarìa 'lite'. Chest setor l'é segur destinà a de neves smaoramenc, e chest sozedarà te chela che sarà a la leta n corpus de tesc; (veies e neves) da poder meter sot a analisa sistematica e a controi de frequenza con strumenc informatics modergn, ciamp de lurier che enteressa n projet aposta enjignà cà da l'Istitut en colaborazion co l'ITC-IRST de Trent.

Ence se co na certa prudenza l'é stat metù ite ence propostes de neva coniazions terminologiches, che volessa jir a empienir la loces maores del vocabolèr ladin per se schivèr de tor cà formes del dut forestes al sistem (cossa che sozet semper da spes, per desfortuna), formes che vegn ite dretes dal talian zenza negun adatament. De chest vers se à chierì sostegn, estra che te n chèder de referiment pan-latin o internazionèl, ti lurieres lessicografics en cors per i idiomes ladins de l'autra valèdes e per l Ladin Standard. Ence chiò la propostes no pel vegnir conscidrèdes auter che provisories, spetan sun de etres lurieres terminologics porté inant tel chèder del projet SPELL, a na vida che l'elaborazion di idiomes no vae te direzions massa desvalives.

L smaorament del repertorie lessical te na vijion moderna à portà da spes a meter apede, per la medema entrèda, oujes che fèsc pèrt del lengaz de duc i dis e formes più adatèdes al lengaz spezialistich, palesan enlouta l'intendiment de desferenzièr i desvalives registres de comunicazion con indicazions aldò (ej: "simpatico: gustégol; tecn. simpatich"). Chest lurier é amò ades al scomenz, e l cognarà jir più tel menù da chiò inant.

3.

Chesta edizion del DILF resta donca na verscion provisoria, metuda ensema "de urgenza" per i besegnes de l'ensegnament e de la aministrazion pùblica. Per chesta rejon la é fornida de n aparat essenzièl, desche essenzièles é la indicazions de gramatica enjontèdes. La pèrt ladin-talian no à la pertenzion de n dizionèr revers (che per schivèr strantenimenc pericolousc domanassa da per sé n lurier meticolous de redazion), ma la vegn proponeta piutost desche n indesc che da la ousc ladina mana de retorn a la entrèdes taliènes olache chela compèr.

Del rest n muie de funzions de enrescida dal ladin vegn arsegurèdes da la verscion eletronica che compagna l'edizion sul papier. L DILF 1.0 (a la leta su CD ROM tant per PC che per Mac) l'é n prototip destinà a la sperimentazion te la prospetiva de meter en doura per la pruma outa n strument de lurier modern e de bona fazion per duc chi che se dèsc jù per profescion col lengaz ladin, e en particolèr tradutores, scritores, giornalisc;, ensegnanc.

Negun dizionèr é en sé na òpera fata e fenida. chest vèl a maor rejon per l DILF, che trata n lengaz de mendranza en cors de elaborazion, adertura na varianta locala de chest. Cognoscion delvers l risech che na scomenzadiva tant senestra se porta dò, e cognoscion ence la seides operatives che strenc ite so percors. Ma, descheche dijaane al scomenz, se trata de n prum vèrech. Na seconda edizion del Dizionèr é jà sul program per la fin del 2000: chesta perveit na neva struturazion più sistematica del materièl linguistich, la revijion e l smaorament de la oujes, e amò apede l svilup de neva funzions per la verscion eletronica. Ma soraldut te chesta ocajion se podarà comedèr i fai e empienir la loces che zenz'auter chesta edizion arà amò laìte.

Cherdon che, ence con duta sia limitazions, chest lurier posse esser n bon strument de promozion del ladin, ùtol tant per didèr l'atività de ensegnament che per sostegnir l'atuazion de la normatives en cont de bilinguism te la aministrazions locales.

Con chesta conscidrazions dantfora remeton chesta òpera al giudizie di utenc, che rengrazion jà da ades per i conseies, i comedamenc o la propostes de integrazion che i volarà ne fèr aer per l lurier che ne speta da chiò inant.

Sèn Jan, Pieif de Fascia, otober 1999

Premessa alla seconda edizione

Fedelmente agli obiettivi dichiarati nella premessa alla prima edizione, in questa seconda edizione il DILF si ripropone rinnovato nella strutturazione del materiale linguistico. Esso presenta sostanzialmente una riarticolazione delle glosse: le voci sono infatti state riorganizzate secondi i criteri lessicografici maggiormente condivisi e sull'esempio di vari dizionari mono- e bilingui.

La revisione delle glosse riguarda tanto il livello sintattico quanto quello semantico; esse sono state cioè suddivise in base alle valenze grammaticali e alle diverse accezioni dei lemmi.

I verbi pronominali e riflessivi non compaiono più come entrate autonome, ma come sottolemmi nella glossa dei verbi transitivi. Gli omonimi sono trattati come lemmi differenziati sulla base della diversa etimologia ed individuati con esponente numerico progressivo, mentre sono state unite sotto un'unica voce le varie accezioni e valenze di uno stesso lemma. Si è proceduto inoltre ad una sistematizzazione delle indicazioni fonetiche e morfologiche e dell'etichettatura grammaticale.

Sono stati inseriti nuovi lemmi, ampliando così la presenza sia di voci appartententi al lessico tradizionale, sia di neologismi indispensabili alle esigenze della società moderna. Il numero complessivo delle entrate raggiunge ora le 14.700 unità, per 35.000 tra corrispondenze ladine e collocazioni (nella III edizione sono state aggiunte circa 3.000 nuove voci fra lemmi, collocazioni e fraseologia).

Il lavoro di ampliamento si è avvalso principalmente della banca dati di SPELL, garantendo in tal modo il necessario riferimento alle soluzioni proposte per gli altri idiomi ladini e per il Ladino Standard. Molto utile si è rivelata anche la consultazione del corpus di testi ladini fassani, peraltro in fase di continua espansione, che ha permesso di verificare le ipotesi formulate nel gruppo di lavoro.

Infine, sono stati effettuati l'aggiornamento dell'indice, la correzione degli errori emersi nel corso del lavoro di riedizione o gentilmente segnalatici dagli utenti e la revisione delle tavole grammaticali.

Sèn Jan, Pieif de Fascia, Nadèl 2000

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